Ci viene facile replicare alla nota dell'amministrazione comunale sulla nostra condizione abitativa: l'emergenza abitativa delle famiglie di via Marsala, già riconosciuta dal Consiglio Comunale con la mozione urgente del 15 aprile, continua ad essere attestata da queste ultime dichiarazioni. La nota infatti recita: "gli adulti che hanno occupato l'immobile sono 17 di cui 7 con un regolare contratto di lavoro a tempo indeterminato (di cui 3 part-time)". Nelle case occupate vivono anche "5 invalidi con invalidità dichiarata superiore al 50%, di cui due di particolare gravità". Con un'altra famiglia vive invece un'anziana gravemente malata". In queste difficilissime condizioni economiche e con 16 minori a carico com'è possibile pagare un affitto a prezzi di mercato?
Non capiamo dove sia lo scandalo nel fatto che tre famiglie "avessero già una casa". Tutte le famiglie, prima di occupare, avevano una casa e pagavano regolarmente l'affitto, e tutte si sono trovate nell'impossibilità di continuare a pagarlo: chi non aveva già uno sfratto per morosità, lo avrebbe ricevuto a breve ed ha preferito evitarlo per non pagare anche le spese legali.
Ci teniamo a precisare che non abbiamo mai pronunciato le parole: "il Comune deve trovare una casa a tutti, inclusi i non residenti, altre forme d'intervento non ci interessano". Non abbiamo mai chiesto corsie preferenziali, non abbiamo occupato case popolari,e fin dall'inizio abbiamo sempre chiesto di pagare alla proprietà un canone proporzionato ai nostri redditi. Il nostro scetticismo riguardo alle forme di assistenza individuale deriva dal fatto che per mesi, se non anni, i servizi sociali non hanno saputo dare risposte concrete alle esigenze che, individualmente, avevamo già sottoposto loro.
Il vero scandalo di cui nessuno parla è che Pampana e Comune si sono accordati sulla testa e sulla pelle delle otto famiglie, sulla base di uno scambio di favori: Pampana rinuncia al milione di euro che dovrebbe fruttargli il contenzioso su via Marsala in cambio dello sgombero delle famiglie occupanti.
Per questo il Comune non ha messo in atto il principale strumento che poteva evitare lo sgombero, cioè la richiesta al Prefetto di convocare il tavolo per l'ordine e la sicurezza pubblica.
Da quando c'è stato il primo tentativo di sgombero il Comune non si è mai fatto trovare: per questo siamo andati dal sindaco Filippeschi, che fino alla sera prima dello sgombero, nelle persone delle assessore Zambito e Ciccone, aveva pubblicamente e privatamente sostenuto di voler mediare con Pampana per un affitto equo.
Un'altra inesattezza che è stata scritta sui giornali, riguarda le "spinte" che sarebbero volate ieri sera: il sindaco non è stato toccato con un dito e anzi è stato lui in persona (decine di testimoni) a scagliarsi contro due occupanti, un signore e una signora di più di quarant'anni, e a offendere con frasi come "Levatevi dai coglioni!", come si vede bene nel video che circola su internet.
Emblematica, infine, la frase con cui si è accomiatato: "La casa non è un diritto per tutti". È questo il volto arrogante e inconsistente di una politica che non sa più fare i conti con le istanze sociali e nasconde la testa sotto la sabbia mentre i manganelli entrano in azione.
Resisteremo allo sgombero, non usciremo da via Marsala fino a che non ci sarà una soluzione dignitosa per ognuno di noi.
Le famiglie di via Marsala
Leggi sulla stampa locale:
* Ma gli «occupanti» avevano già una casa
Ci teniamo a precisare che non abbiamo mai pronunciato le parole: "il Comune deve trovare una casa a tutti, inclusi i non residenti, altre forme d'intervento non ci interessano". Non abbiamo mai chiesto corsie preferenziali, non abbiamo occupato case popolari,e fin dall'inizio abbiamo sempre chiesto di pagare alla proprietà un canone proporzionato ai nostri redditi. Il nostro scetticismo riguardo alle forme di assistenza individuale deriva dal fatto che per mesi, se non anni, i servizi sociali non hanno saputo dare risposte concrete alle esigenze che, individualmente, avevamo già sottoposto loro.
Il vero scandalo di cui nessuno parla è che Pampana e Comune si sono accordati sulla testa e sulla pelle delle otto famiglie, sulla base di uno scambio di favori: Pampana rinuncia al milione di euro che dovrebbe fruttargli il contenzioso su via Marsala in cambio dello sgombero delle famiglie occupanti.
Per questo il Comune non ha messo in atto il principale strumento che poteva evitare lo sgombero, cioè la richiesta al Prefetto di convocare il tavolo per l'ordine e la sicurezza pubblica.
Da quando c'è stato il primo tentativo di sgombero il Comune non si è mai fatto trovare: per questo siamo andati dal sindaco Filippeschi, che fino alla sera prima dello sgombero, nelle persone delle assessore Zambito e Ciccone, aveva pubblicamente e privatamente sostenuto di voler mediare con Pampana per un affitto equo.
Un'altra inesattezza che è stata scritta sui giornali, riguarda le "spinte" che sarebbero volate ieri sera: il sindaco non è stato toccato con un dito e anzi è stato lui in persona (decine di testimoni) a scagliarsi contro due occupanti, un signore e una signora di più di quarant'anni, e a offendere con frasi come "Levatevi dai coglioni!", come si vede bene nel video che circola su internet.
Emblematica, infine, la frase con cui si è accomiatato: "La casa non è un diritto per tutti". È questo il volto arrogante e inconsistente di una politica che non sa più fare i conti con le istanze sociali e nasconde la testa sotto la sabbia mentre i manganelli entrano in azione.
Resisteremo allo sgombero, non usciremo da via Marsala fino a che non ci sarà una soluzione dignitosa per ognuno di noi.
Le famiglie di via Marsala
Leggi sulla stampa locale:
* Ma gli «occupanti» avevano già una casa
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