Il Comitato territoriale Pisa Est si riunisce ogni giovedì alle 21.00 presso le case di via Marsala 34
Lo sportello Prendocasa di informazioni e consulenza su sfratti e problemi abitativi è aperto tutti i mercoledì dalle 17.00 alle 19.00
SBAM! (Spazio-bimbi autogestito di via Marsala) è aperto ai bimbi accompagnati dai genitori tutti i martedì e i giovedì dalle 16.30 alle 19.00

giovedì 27 maggio 2010

Il giorno della vergogna. Lo sgombero di via Marsala, le otto famiglie accampate in centro

Da stamani mattina alle 6, otto famiglie, tra cui 17 minori, sono in mezzo a una strada, sgomberate da un immobile di proprietà di uno dei maggiori speculatori immobiliari della città. “Chi ha prodotto questa situazione troverà una soluzione per questa notte”. È stato questo il commento dell'assessore alle politiche sociali Ciccone, chiamata in causa dai giornalisti quando lo sgombero delle otto famiglie di via Marsala era già concluso da due ore.

È dalla mediocrità e dalla bassezza politica di personaggi come questo che scaturisce una situazione di totale delirio oggi a Pisa: non solo perché otto famiglie, che lavorano e risiedono in questa città, sono state sgomberate da più di cento agenti in assetto antisommossa, sorprese all'alba come se si trattasse di pericolosi terroristi; ma anche perché le stesse forze dell'ordine che hanno sgomberato le famiglie sono poi andate a presidiare alcuni dei maggiori simboli della speculazione in città, come l'enorme stabile di via Puccini (60 appartamenti di proprietà Pampana sfitti da più di 10 anni) o la Mattonaia, grande stabile di proprietà comunale in pieno centro, sfitto dal 1984.

Oggi Pisa ha vissuto il paradosso per cui le forze dell'ordine, con il beneplacito, se non con le pressioni dell'amministrazione comunale, hanno sgomberato delle famiglie in emergenza abitativa e protetto gli interessi della speculazione. Il risultato è una città militarizzata all’inverosimile, con camionette sotto il Comune e sindaco e assessori sotto scorta dei vigili urbani.

Ma lo sgombero di via Marsala non ferma la lotta delle famiglie, e anzi porta ad un allargamento del fronte per il diritto alla casa in città, come dimostra la solidarietà che oggi è giunta da più parti. Una solidarietà che non è solo umana, ma politica, da parte di tutti coloro che sanno che situazioni di emergenza abitativa come le nostre sono sempre più diffuse in città e che credono che queste non possano essere affrontate con i manganelli.

Stamattina le famiglie e il progetto si sono insediate con le tende in Largo Ciro Menotti: questo non è un gesto simbolico, ma l'unica alternativa che hanno dopo lo sgombero dalla palazzina di via Marsala, che rimarrà vuota per almeno altri tre anni.

A sottolinare la loro determinazione oggi un altro degli occupanti ha iniziato lo sciopero della fame: Pal. Arrivato tre anni fa dall’Albania con un permesso per motivi umanitari dovuto a un trapianto di rene dalla moglie al figlio. Disoccupato, ha a carico due figli, di cui uno invalido al 60% a causa dell’intervento. La moglie, unica lavoratrice della famiglia, è invalida al 40%.

Sia Pal che Selamet chiedono che il Comune intervenga per trovare una soluzione abitativa a tutte le famiglie di Via Marsala. La proposta è sempre la stessa: il pagamento di un canone d’affitto proporzionato al reddito di ognuno degli otto nuclei.

Nel frattempo non destano preoccupazioni le condizioni di salute di Selamet, giunto ormai al quinto giorno di sciopero della fame e al momento intenzionato ad andare avanti.

In questo quadro di delirio securitario e assenza totale della politica, la lotta delle otto famiglie va avanti e continuerà fino al raggiungimento dell’obiettivo ultimo: case per tutti!

lunedì 24 maggio 2010

SCIOPERO DELLA FAME IN DIFESA DEL DIRITTO ALLA CASA

Da sabato pomeriggio Selamet, uno di noi abitanti di via Marsala (la palazzina occupata da più di due mesi da otto famiglie), è sceso in sciopero della fame, un gesto di dignità, compiuto nella speranza di non ritrovarsi nuovamente in mezzo a una strada.

Questa persona, padre di famiglia di quattro figli e rifugiato politico, ha sempre lavorato onestamente per portare avanti la sua famiglia e pagare l’affitto, fino a quando non sono sorti dei gravissimi problemi di salute, che in breve tempo sono peggiorati, portandolo all’invalidità e all’impossibilità di lavorare. Conseguentemente, nell’assoluta indifferenza delle istituzioni a cui si è rivolto a più riprese, non è più riuscito a pagare un affitto ed ha ricevuto l’ingiunzione di sfratto.

La vicenda di Selamet è analoga a quella di tutte noi famiglie: per questo abbiamo deciso di occupare una palazzina di proprietà del più grande speculatore immobiliare di Pisa, Pampana, costruita da otto anni e mai abitata. Adesso, dopo aver difeso un primo tentativo di sgombero la settimana scorsa rifiutandoci di uscire, sembra drammaticamente che diventi sempre più reale un nuovo sgombero che lascerebbe noi otto famiglie, con 17 bambini, senza alternativa in mezzo alla strada.

Vogliamo evidenziare le responsabilità del Comune di Pisa in questa vicenda. Innanzitutto, a livello generale, l’amministrazione locale è senza dubbio la principale colpevole dell’attuale situazione di emergenza abitativa in città, che non riguarda solo noi, ma le decine e decine di sfrattati e senza casa.

Nel caso specifico di via Marsala, però, il Comune ha colpe ben più gravi. Infatti dalla fine di aprile si è impegnato in una trattativa col proprietario dell’immobile che portasse ad una casa per noi otto famiglie, dove pagare un affitto in base al nostro reddito (senza quindi scavalcare nessuno nella graduatoria delle case popolari), non necessariamente in via Marsala.

Per settimane il Comune ha imbrogliato le famiglie, rassicurandole sulla buona direzione che stava prendendo la trattativa, mentre invece si stava solamente accordando col proprietario per risolvere alcuni loro contenziosi sospesi, mettendo sul piatto della bilancia lo sfratto di noi famiglie.

Questo è risultato evidente quando, come un fulmine a ciel sereno, è giunto il primo tentativo di sgombero, a cui noi famiglie abbiamo resistito, in uno scenario inverosimile con interi reparti di polizia schierati e nessun esponente istituzionale intervenuto per tentare una mediazione.

Dalla settimana scorsa, dalla difesa del primo sgombero, il Comune ha accumulato altre responsabilità molto gravi. Innanzi tutto ci ha chiesto di recarci ai servizi sociali (cosa che quasi tutte avevamo già fatto, senza avere risposte), ma da questo incontro non sono emerse possibili soluzioni. I servizi sociali hanno invece pubblicato sui giornali informazioni personali di noi famiglie, distorcendole in modo da provare a dimostrare che non sussiste una reale emergenza abitativa in via Marsala. Questo va chiaramente a contraddire una mozione che il Consiglio Comunale aveva firmato il 15 aprile con la quale richiedeva di non eseguire lo sgombero vista la reale e certificata emergenza abitativa delle famiglie.

Da quel momento in poi qualsiasi tentativo di incontro con le istituzioni per ripristinare la trattativa non solo è stato rifiutato, ma è stato utilizzato come pretesto per criminalizzare un gesto che parte da un bisogno reale.

Contro le bugie che sono state diffuse per legittimare un nuovo tentativo di sgombero, per la ripresa della trattativa che porti a soluzioni concrete per noi famiglie, questo sciopero della fame continuerà ad oltranza, a turno tra tutti gli occupanti.

Le famiglie di via Marsala

venerdì 21 maggio 2010

Via Marsala: la lotta continua! Cariche dentro la Società della Salute

Due lunghe giornate di mobilitazione contro lo sgombero per le famiglie di via Marsala: ieri presidio sotto il Consiglio provinciale e contestazione al sindaco Filippeschi. Oggi presidio alla Società della Salute con cariche delle forze dell'ordine.

Dopo il tentativo di sgombero fallito di martedì scorso, la rabbia delle famiglie di via Marsala è scesa in piazza a denunciare la vergognosa intesa tra un'amministrazione comunale incapace di rispondere con la politica alle istanze sociali e il maggiore palazzinaro e speculatore della città, che tiene in pugno il mercato degli affitti a Pisa. Un'intesa trovata sulla pelle delle famiglie, che rivela chi gestisce veramente questa città, chi manovra il potere reale alle spalle di burattini senza consistenza.

Ma le famiglie di via Marsala, con una lotta portata avanti quotidianamente da più di di due mesi, hanno dimostrato di non voler fare un passo indietro di fronte alla minaccia della repressione, andando letteralmente a “stanare” in questi giorni chi pensa di rimanere nell'ombra mentre l'emergenza abitativa di otto famiglie viene gestita con il manganello.

Ieri pomeriggio, mentre ancora si rincorrevano voci di un possibile intervento della Regione e della Provincia per un blocco dell'esecuzione dello sgombero, un partecipato presidio ha chiesto e ottenuto un incontro con il presidente della Provincia, che si è detto disponibile a contattare Prefetto e Comune per la convocazione del tavolo per l'ordine pubblico e la sicurezza, unico organo con il potere di sospendere l'esecuzione dello sgombero.

In serata, però, l'amministrazione comunale ha diffuso un comunicato infamante, scritto sotto dettatura dell'ingegner Pampana e del suo avvocato, in cui ha condannato duramente la scelta di illegalità degli occupanti e ha addirittura messo in dubbio l'effettivo stato di necessità delle famiglie. Con un clamoroso dietrofront rispetto alla mozione del Consiglio Comunale che il 15 aprile aveva constatato lo stato di emergenza abitativa dei nuclei e richiesto il ritiro del provvedimento di sgombero, il Comune, ormai comprato da Pampana, ha messo in atto un infame tentativo di delegittimazione degli occupanti.

Dopo un'assemblea pubblica con il quartiere, le famiglie, saputo che il sindaco Filippeschi stava partecipando ad un dibattito pubblico in città, hanno deciso di andare a incontrare il primo cittadino, che mai in questi due mesi si è espresso sulla vicenda di via Marsala.

Di fronte a loro hanno trovato un personaggio meschino che, davanti a otto famiglie che un'ordinanza di sgombero vorrebbe a breve senza casa, non ha saputo far altro che scappare, facendosi largo a spintoni e insulti: “Levatevi dai coglioni”, la frase dal maggior peso politico; “La casa non è un diritto per tutti”, quella che meglio dimostra il volto arrogante di chi, svendendo la città ai privati, è uno dei maggiori responsabili dell'emergenza abitativa a Pisa. Davanti a questa ennesima incapacità di confronto, le famiglie hanno salutato il sindaco al grido “Vergogna!”.

Intanto, durante la partita Pisa-Genoa, ancora solidarietà da parte della Curva Nord Maurizio Alberti alle famiglie di via Marsala: i tifosi hanno esposto uno striscione contro lo sgombero.

Stamattina le famiglie e una cinquantina di solidali si sono dati appuntamento alla Società della Salute, sede dei servizi sociali, per chiedere un incontro con l'assessore alle politiche sociali Ciccone, per avere risposte in merito al comunicato di ieri.

Ma invece dell'assessore si è presentata la Digos, con l'ordine di allontanare il presidio che semplicemente attendeva un incontro nell'atrio, senza l'interruzione di alcun servizio. Al legittimo rifiuto di uscire da un luogo pubblico, non si sono fatte attendere alcune pattuglie e una camionetta di forze dell'ordine che, incuranti della composizione e dell'atteggiamento del presidio, al quale partecipavano anche dei bambini, hanno cominciato a spintonare i partecipanti. Ne sono scaturiti dei tafferugli durante i quali un occupante, con gravi problemi di salute e con la figlia in braccio, ha avuto un malore dopo essere stato violentemente spintonato. Mentre interveniva l'ambulanza, sono state infine le stesse forze dell'ordine a interrompere i pubblici servizi della Società della Salute, blindandone l'ingresso.

Nessun rappresentante delle istituzioni si è fatto vivo durante la mattinata, che è stata l'ennesima dimostrazione della non volontà e dell'incapacità di questo Pd, debole e colluso con interessi mafiosi, di rispondere politicamente a chi reclama diritti. Lo dimostrano anche le dichiarazioni che oggi, dai partiti di maggioranza ai sindacati confederali, hanno espresso solidarietà al sindaco, condannando la ricerca di un confronto da parte delle famiglie come un atto di violenza e di intimidazione.

Di fronte questa strategia di non-gestione del conflitto sociale, le famiglie, forti del sostegno di una larga parte della città, continueranno a portare avanti la loro battaglia di dignità.

VIA MARSALA RESISTE!


Il vide di Pisanotizie


Il video di Zona Autonoma Pisana

Alle istituzioni pisane restano solo i manganelli

Ci viene facile replicare alla nota dell'amministrazione comunale sulla nostra condizione abitativa: l'emergenza abitativa delle famiglie di via Marsala, già riconosciuta dal Consiglio Comunale con la mozione urgente del 15 aprile, continua ad essere attestata da queste ultime dichiarazioni. La nota infatti recita: "gli adulti che hanno occupato l'immobile sono 17 di cui 7 con un regolare contratto di lavoro a tempo indeterminato (di cui 3 part-time)". Nelle case occupate vivono anche "5 invalidi con invalidità dichiarata superiore al 50%, di cui due di particolare gravità". Con un'altra famiglia vive invece un'anziana gravemente malata". In queste difficilissime condizioni economiche e con 16 minori a carico com'è possibile pagare un affitto a prezzi di mercato?

Non capiamo dove sia lo scandalo nel fatto che tre famiglie "avessero già una casa". Tutte le famiglie, prima di occupare, avevano una casa e pagavano regolarmente l'affitto, e tutte si sono trovate nell'impossibilità di continuare a pagarlo: chi non aveva già uno sfratto per morosità, lo avrebbe ricevuto a breve ed ha preferito evitarlo per non pagare anche le spese legali.

Ci teniamo a precisare che non abbiamo mai pronunciato le parole: "il Comune deve trovare una casa a tutti, inclusi i non residenti, altre forme d'intervento non ci interessano". Non abbiamo mai chiesto corsie preferenziali, non abbiamo occupato case popolari,e fin dall'inizio abbiamo sempre chiesto di pagare alla proprietà un canone proporzionato ai nostri redditi. Il nostro scetticismo riguardo alle forme di assistenza individuale deriva dal fatto che per mesi, se non anni, i servizi sociali non hanno saputo dare risposte concrete alle esigenze che, individualmente, avevamo già sottoposto loro.

Il vero scandalo di cui nessuno parla è che Pampana e Comune si sono accordati sulla testa e sulla pelle delle otto famiglie, sulla base di uno scambio di favori: Pampana rinuncia al milione di euro che dovrebbe fruttargli il contenzioso su via Marsala in cambio dello sgombero delle famiglie occupanti.

Per questo il Comune non ha messo in atto il principale strumento che poteva evitare lo sgombero, cioè la richiesta al Prefetto di convocare il tavolo per l'ordine e la sicurezza pubblica.

Da quando c'è stato il primo tentativo di sgombero il Comune non si è mai fatto trovare: per questo siamo andati dal sindaco Filippeschi, che fino alla sera prima dello sgombero, nelle persone delle assessore Zambito e Ciccone, aveva pubblicamente e privatamente sostenuto di voler mediare con Pampana per un affitto equo.

Un'altra inesattezza che è stata scritta sui giornali, riguarda le "spinte" che sarebbero volate ieri sera: il sindaco non è stato toccato con un dito e anzi è stato lui in persona (decine di testimoni) a scagliarsi contro due occupanti, un signore e una signora di più di quarant'anni, e a offendere con frasi come "Levatevi dai coglioni!", come si vede bene nel video che circola su internet.

Emblematica, infine, la frase con cui si è accomiatato: "La casa non è un diritto per tutti". È questo il volto arrogante e inconsistente di una politica che non sa più fare i conti con le istanze sociali e nasconde la testa sotto la sabbia mentre i manganelli entrano in azione.

Resisteremo allo sgombero, non usciremo da via Marsala fino a che non ci sarà una soluzione dignitosa per ognuno di noi.

Le famiglie di via Marsala

Leggi sulla stampa locale:
* Ma gli «occupanti» avevano già una casa

martedì 18 maggio 2010

Per via Marsala è il Giorno della resistenza

Il quartiere di Riglione si è svegliato presto e rumorosamente questa mattina: sono le 8:45 e diverse camionette della polizia si avvicinano allo stabile di Via Marsala occupato il 13 marzo scorso da otto famiglie.

Appare già chiara la determinazione degli occupanti a resistere: ritmi che ricordano quelli No Tav di quest'inverno accolgono le forze dell'ordine.

Un centinaio di solidali è già accorso nel cortile dello stabile.

Oggi è un giorno vergognoso per le istituzioni della città di Pisa: dopo la farlocca presa di posizione del consiglio comunale del 15 aprile scorso, durante il quale, a seguito dell'occupazione della sala da parte di circa 150 persone, i consiglieri si sono espressi a favore del blocco dello sgombero e si sono fatti promotori della ricerca di possibili soluzioni alternative.

Le assessore al sociale e alle politiche abitative, in seguito, si sono proposte come mediatrici per una trattativa con la proprietà. Sul tavolo della trattativa non c'erano però solo gli interessi delle otto famiglie, ma l'intento del comune di utilizzare questa lotta per dare una concretezza a strumenti di mediazione abitativa che fin'ora non ha avuto la capacità di applicare.

L'attuale situazione, con un ingente spiegamento di forze dell'ordine e la volontà delle famiglie di resistere, non lascia spazio ad alcuna trattativa.

A Pisa oggi si palesa la fine della democrazia: la città è in mano agli speculatori, ai tanti Pampana, ai quali il comune ha deciso di stringere la mano usando come merce di scambio la vita di queste otto famiglie, 34 persone, 17 minori.

COMUNE VERGOGNA!PAMPANA VERGOGNA!

VIA MARSALA RESISTE!


Seguiranno aggiornamenti...


Appunti da via Marsala: dalle prime luci del mattino un ingente spiegamento di forze dell'ordine in Via Marsala, per sgomberare le otto famiglie in occupazione dal 13 marzo scorso.
Fin da subito sono apparse chiare le intenzioni della questura e quelle degli occupanti: da una parte fermezza nel voler liberare l'immobile, dall'altra determinazione alla resistenza.
Dopo i primi contatti con i questurini, la celere si è bardata e si è avvicinata all'immobile. A questo punto tutti i presenti in difesa della palazzina si sono incordonati e fronteggiati con le forze dell'ordine. Sulla Toscoromagnola sono stati lanciati dei copertoni dai manifestanti.
Nel frattempo forte era il sostegno di coloro che si trovavano all'interno dello stabile, alcuni dei quali sopra il tetto.
A questo punto le forze dell'ordine hanno indietreggiato. Intanto, oltre a mettere in campo una resistenza attiva, gli occupanti e i solidali hanno attivato diverse vie per portare avanti le loro ragioni.

Di seguito il report della mattinata:

[ore 10:00] Via Toscoromagnola bloccata dalle forze dell'ordine in tenuta antisommossa. I tentativi di contattare il comune lo vedono latitante.

[10.15]Molti degli occupanti non possono essere trasferiti per problemi di salute, in arrivo un medico per le certificazioni.
Nel frattempo un esponente del Pd, abitante di Riglione, si è avvicinato allo stabile mostrando totale disinteresse ponendosi in continuità con l'atteggiamento dell'amministrazione comunale.

[11.30] Il Dott. Serravalle ha visitato alcuni degli occupanti certificando la loro intrasportabilità per gravi problemi di salute.
Intanto sul posto è giunto il magistrato Mantovani che ha condotto le indagini e firmato l'ordinanza di sgombero.
Nel frattempo pare che a livello regionale alcuni esponenti istituzionali si stiano muovendo per cercare una soluzione che non preveda l'entrata delle forze dell'ordine nello stabile. I tentativi di contattare il comune cadono ancora nel nulla: irreperibili tutte le segreterie e tutti gli assessori.
Cresce la rabbia degli occupanti sempre più determinati a difendere le proprie case.
[12:15] Mentre l'assessore alle politiche abitative Zambito conferma la sua infamia distaccandosi, in un'intrevista, da quanto sta accadendo in Via Marsala e sottolineando che il comune ha fatto quanto poteva, il presidente della Regione Toscana Rossi si sta mettendo in contatto con il prefetto: vista la determinazione di quanti sono presenti in via Marsala, per questioni di ordine pubblico, si tenta di trovare altre vie risolutive diverse da quelle dell'uso della forza.In prefettura è riunito in questo momento il tavolo per l'ordine pubblico e la sicurezza: a quanto pare nessuno si può più nascondere, è il momento delle prese di responsabilità, è il momento di additare i colpevoli di una situazione abitativa disastrosa in città.
Intanto gli occupanti e i solidali hanno lanciato un pranzo sulla Toscoromagnola per le 13:30, invitando tutti e tutte a partecipare, portando la propria attiva solidarietà alle otto famiglie.

[13:00] Si attende notizia di un possibile rinvio dello sgombero per gravi motivi sanitari e di ordine pubblico.
Nel frattempo sono molti gli abitanti del quartiere che si sono avvicinati e hanno portato la loro solidarietà agli abitanti di via Marsala.

[h 16] E' lunga la giornata in via Marsala: continua l'assedio delle forze dell'ordine alla palazzina, continua la resistenza degli occupanti e dei solidali.
Diverse voci si sono rincorse durante la mattinata su un possibile rinvio dello sgombero...soltanto voci!
L'unica cosa certa è la determinazione delle otto famiglie, che come più volte avevano ripetuto nelle scorse settimane, non lasceranno le loro case.
Ad oggi questa posizione è ancora più chiara: non c'è più spazio per le prese in giro, le famiglie non si fanno intimidire dalle camionette e dai reparti antisommossa.
Via Marsala Resiste!Via Marsala non si tocca!

[h 17:30] E mentre continua senza sosta la difesa delle case di via Marsala, una parte degli occupanti e dei compagni e delle compagne di Prendocasa si sono spostati a palazzo Gambacorti, sede del Comune, dove hanno chiesto con determinazione un incontro con la giunta che si stava riunendo in quel momento. Dopo i primi minuti di nervosismosi è avviato un incontro tra assessori e rappresentanti delle famiglie.

[h 22]Si avvia verso la conclusione questa lunga giornata di lotta. Dall'incontro con la giunta comunale non sono emerse proposte significative. Chiara l'intenzione di tutti gli esponenti delle istituzioni di lavarsi le mani dalla vicenda.
L'assessore alle politiche abitative Zambito ha negato tutto quanto assicurato alle famiglie nelle scorse settimane.
Se otto famiglie andranno per strada nessuno potrà dormire sonni tranquilli: assessore Zambito, assessore Ciccone, Sindaco Filippeschi, questura, prefettura e magistratura. Tutti complici nel mostrarsi forti con i deboli e deboli con i forti.
Per domattina previsto l'ennesimo incontro con le istituzioni e i servizi sociali. E nel frattempo intorno alla palazzina ancora puzza di sbirri.
Nessuna fiducia nelle istituzioni!Solo la lotta paga!


Solidarietà da PrendoCasa Torino: Resistere per esistere




lunedì 17 maggio 2010

Assemblea pubblica in via Marsala

Tra le tante conseguenze della crisi economica che avanza c'è certamente l'emergenza abitativa che vede un vertiginoso aumento degli sfratti per morosità su tutto il territorio nazionale.

Pisa paga da anni l'inadeguatezza delle politiche abitative delle sue amministrazioni: aumenta il numero di famiglie che non riescono ad accedere ad un mercato degli affitti drogato a fronte di migliaia di appartamenti tenuti volontariamente sfitti.
In un comune come il nostro, in cui mancano gli alloggi popolari, che ha svenduto gran parte dei suoi immobili, l'amministrazione si trova ora a doversi obbligatoriamente confrontare con una situazione emergenziale.

Ad oggi l'unica proposta che sembra emergere con più forza è quella dell'Agenzia Casa , strumento di intermediazione pubblico tra proprietari e affittuari, che nasce dall'Accordo Territoriale siglato da poco tra diverse realtà cittadine e il Comune.

La lotta di via Marsala ha dato una spinta alla riapertura del dibattito in città sulla questione casa e sull'esigenza che le istituzioni pubbliche si dotino di strumenti di intervento sull'immenso patrimonio privato sfitto.

A 2 mesi dall'occupazione, a poche settimane dalla stipula di questo accordo è necessario trovare dei momenti comuni per discutere dell'attuale stato delle cose, per riportare l'attenzione sulle 8 famiglie occupanti e per confrontarci sui possibili scenari futuri.

Per questo invitiamo tutti e tutte a partecipare all'assemblea pubblica di Martedì 18 Maggio alle ore 21 presso le case occupate di via Marsala, in cui verrà discusso lo stato della trattativa sulle case di via Marsala e le proposte riguardo all'Agenzia Casa.

Famiglie occupanti di via Marsala

Progetto Prendocasa

Vedi anche lo speciale a cura di Autaut:

domenica 16 maggio 2010

Via Marsala pedala!

Il Giro d'Italia passa dalle case di via Marsala!